L’uso dei farmaci biologici ha rivoluzionato la cura di molte malattie infiammatorie croniche e autoimmuni, offrendo nuovi strumenti per contrastare condizioni come artrite reumatoide, psoriasi, malattie infiammatorie intestinali e alcune patologie oftalmiche. Tuttavia, sebbene la loro sicurezza sia generalmente considerata elevata nel breve e medio termine, una crescente attenzione è stata posta verso alcuni effetti collaterali comuni, spesso sottovalutati dai pazienti e, talvolta, anche dagli operatori sanitari.
Reazioni nel sito di iniezione e sintomi allergici
Uno degli effetti collaterali più frequenti dei farmaci biologici riguarda le reazioni localizzate nel sito di iniezione. I pazienti possono sperimentare rossore, prurito, bruciore, gonfiore e, in alcuni casi, la comparsa di eruzioni cutanee o piccoli lividi. Queste reazioni sono generalmente transitorie e di modesta entità, ma non vanno ignorate soprattutto se ricorrenti o associate a malessere generalizzato . In caso di somministrazione endovenosa, come con infliximab, possono insorgere sintomi più marcati come prurito diffuso, eruzioni cutanee, variazioni della pressione arteriosa e alterazioni della frequenza cardiaca, che richiedono un monitoraggio attento durante e dopo l’infusione .
Aumentato rischio di infezioni
Il principale punto di attenzione nell’uso dei farmaci biologici riguarda il loro impatto sul sistema immunitario. Questi farmaci agiscono spesso inibendo selettivamente molecole chiave dell’infiammazione – come il TNF-α o specifiche interleuchine – riducendo la risposta immunitaria. Questo meccanismo espone il paziente a un aumentato rischio di infezioni di varia gravità .
- Infezioni delle vie respiratorie superiori e inferiori sono le più comuni, spesso paragonabili a raffreddori o bronchiti ma, in alcuni casi, possono evolvere in polmoniti o infezioni più severe.
- Non di rado si registrano infezioni delle vie urinarie.
- Uno dei rischi più rilevanti è la possibile riattivazione di infezioni latenti, come la tubercolosi o l’epatite B. Per questo motivo, prima di iniziare il trattamento, ogni paziente deve essere sottoposto a screening approfondito per queste malattie dormienti .
- Un’altra categoria di infezioni spesso sottovalutate sono quelle “opportunistiche”, causate da funghi o parassiti, di solito poco comuni in individui con un sistema immunitario integro.
Il corretto monitoraggio e la tempestiva segnalazione di sintomi sospetti permettono di intervenire precocemente, minimizzando i rischi.
Effetti collaterali sistemici e immunitari
Un’altra classe di effetti avversi è rappresentata dalle reazioni allergiche e immunitarie. I farmaci biologici, essendo spesso proteine di origine biotecnologica, possono stimolare la formazione di anticorpi specifici contro di essi, fenomeno noto come immunogenicità. I sintomi possono variare da prurito e orticaria fino a reazioni anafilattiche, che, sebbene rare, possono essere molto gravi e richiedere un trattamento medico urgente .
Inoltre, si segnalano disturbi come cefalea, nausea, vomito, dolore addominale e astenia, che spesso vengono sottovalutati o attribuiti ad altre cause .
Rischi specifici con alcuni farmaci biologici
I farmaci anti-TNF-α come adalimumab o infliximab possono essere associati a effetti collaterali specifici, quali:
- reazioni di sensibilizzazione e raramente disturbi autoimmunitari, come la comparsa di patologie demielinizzanti del sistema nervoso centrale;
- insufficienza cardiaca o peggioramento di patologie preesistenti;
- aumento del rischio, seppur raro, di tumori cutanei;
- casi isolati di epatotossicità e variazioni nei parametri ematici, come leucopenia (abbassamento dei globuli bianchi) .
L’attenzione deve essere massima nei pazienti con comorbidità e in quelli con familiarità per patologie a rischio.
Importanza del monitoraggio e della prevenzione
L’esigenza di monitorare regolarmente chi assume farmaci biologici è fondamentale per ridurre il rischio e la gravità degli effetti collaterali. Un corretto percorso prevede:
- analisi del sangue periodiche per intercettare precocemente ogni alterazione;
- controllo regolare di indici di infiammazione, funzionalità epatica e renale;
- monitoraggio cardiovascolare nei pazienti predisposti;
- scrupolosa valutazione della comparsa di sintomi sospetti, anche se lievi;
- screening per tubercolosi, epatite B e altre infezioni latenti prima di iniziare la terapia;
- dialogo continuo con il medico curante, fondamentale per modulare o sospendere la terapia in caso di eventi avversi importanti.
È importante segnalare tempestivamente ogni sintomo insolito per evitare complicazioni. L’informazione corretta costituisce un valore aggiunto e uno strumento di prevenzione: conoscere gli effetti collaterali più frequenti, sebbene spesso trascurati, permette di affrontare la terapia con maggiore consapevolezza e serenità.
Quando sospettare e come agire
Il riconoscimento rapido di effetti indesiderati permette di limitare il rischio di complicanze. Tra i segnali da non trascurare vi sono:
- febbre persistente senza causa nota;
- tosse cronica o difficoltà respiratorie;
- comparsa di edemi, rash cutanei o prurito diffuso;
- malessere generale, stanchezza eccessiva, dolore addominale ricorrente;
- alterazioni dell’umore o disturbi neurologici (formicolii, perdita di forza, confusione mentale).
In presenza di uno o più di questi sintomi durante il trattamento, è fondamentale consultare tempestivamente il proprio specialista per una valutazione approfondita.
L’evoluzione della terapia biologica ha migliorato la qualità di vita di migliaia di persone, ma ne comporta anche una gestione scrupolosa. La farmacovigilanza rappresenta una garanzia di sicurezza e uno strumento di salute fondamentale affinché beneficio e rischio siano sempre attentamente bilanciati.
Per ulteriori dettagli tecnici, rimando al concetto di farmaco biologico, cruciale nella moderna medicina di precisione.